Il progetto. Idee e metodi
Le ipotesi che hanno motivato il nostro intervento sono nate da precise valutazioni in merito a problematiche nelle reti delle organizzazioni di servizio che sostengono progetti di inserimento lavorativo di pazienti psichiatrici.
Esisteva, infatti, un divario significativo tra la regolarità degli interventi terapeutici che i servizi territoriali dei Dipartimenti di Salute Mentale effettuavano nella città di Milano e la scarsa organizzazione allargata che li sosteneva. In particolare, per realizzare interventi efficaci di inclusione sociale dei pazienti psichiatrici, sono necessari servizi culturalmente e operativamente integrati tra loro. Abbiamo deciso, perciò, di indirizzare i nostri sforzi nell’individuazione e costruzione di un sistema organizzativo più efficace in questo ambito, così da meglio soddisfare le esigenze dei nostri primi clienti, i pazienti, al contempo cittadini.
All’interno del sistema di cura, il paziente viene considerato e accolto prima come persona, nella sua complessità di bisogni, sofferenze e risorse, e poi come candidato al lavoro. Il percorso verso l’occupazione favorisce l’attivazione dei desideri nel delicato intreccio di capacità e limiti, bisogni e aspirazioni, in un processo che attiva la capacità di percepirsi come produttivi e autonomi. Le risorse del candidato devono quindi trovare modo, nel percorso di avvicinamento al mondo del lavoro, di concretizzarsi in competenze sperimentabili, verificabili, durevoli.
Il Programma Innovativo Regionale promosso da ALA Sacco, in accordo con i Dipartimenti di Salute Mentale della città di Milano, ha ottenuto nel tempo risultati in termini di crescita organizzativa, cioè in un migliore coordinamento ed ottimizzazione delle risposte all’utenza nell’ambito dell’integrazione lavorativa di soggetti con disagio psichico. Più nel concreto, ha portato alla costruzione partecipata dei seguenti strumenti innovativi di tipo organizzativo:
- L’applicazione di un modello ispirato a quello di Quinn Mills (1993), definito a Grappolo o a Cluster, che è una struttura organizzativa che consente la messa in rete, su obiettivi ed azioni concordate tra i diversi Servizi, di opportunità mirate per i candidati al lavoro. Questo avviene grazie ad uno staff di operatori specializzati nella mediazione fra differenti linguaggi del comparto sociale e lavorativo (coach di rete), integrati all’interno dei Poli Lavoro preesistenti, e progressivamente anche nei restanti Dipartimenti.
- L’attuazione di un metodo per costruire accordi – denominati Patti Fiduciari – tra Dipartimenti di Salute Mentale ed istituzioni, ispirandoci al metodo ORGI (Schein, 2001). Tale metodo prevede l’attivazione di cicli risolutivi di problemi organizzativi, attraverso incontri volti all’espressione dei bisogni, formulazione di domande, costruzione di ipotesi di intervento, distribuzione delle azioni tra enti, verifica dell’intervento.
- Tre tipologie di dispositivi di rete che si caratterizzano e differenziano per livello di coinvolgimento dei soggetti di rete, grado di strutturazione dei processi di lavoro, spendibilità di lungo periodo. Questi tre dispositivi di rete sono i Tavoli Tecnici, le Piattaforme e le Procedure.
- Consulenze di Processo su richieste individuate e più circostanziate, al fine di promuovere o mantenere processi organizzativi efficaci.