La storia delle idee
Nel giugno del 2004 Regione Lombardia ha emanato il nuovo Piano Regionale per la salute mentale al fine di promuovere un circuito fiduciario territoriale, sviluppando una “psichiatria di comunità che operi in un contesto ricco di risorse e di offerte, con programmi di cura improntati a modelli di efficacia e valutabili, in un territorio concepito come un insieme funzionale ampio, non rigidamente delimitato, con la possibilità di integrare diversi servizi, sanitari e sociali, pubblci, privati, non profit, e di collaborare con la rete informale presente in una reale apertura della società civile”.
Il Piano ha permesso quindi la progettazione di Programmi Innovativi Regionali che mirassero alla realizzazione di modelli di intervento per rispondere a bisogni con rilevanza sociale.
Nel 2009 nasce il Programma Innovativo Regionale per la messa in campo di modelli operativi per l’inserimento lavorativo di soggetti affetti da disagio psichico, che considera fondativa la valenza terapeutica dei percorsi stessi e la gestione integrata con i referenti della cura (sanità) e del lavoro (azienda).
Il Programma, che aveva già avviato una fase precedente di formazione gli operatori della psichiatria milanese, ha in seguito concentrato i suoi interventi sulla costruzione di un sistema di rete che rispondesse ad alcune imprescindibili necessità per il cittadino avviato ad un percorso di integrazione al lavoro, ai suoi familiari e alle richieste delle aziende.
La prima scelta è stata quella di coinvolgere tutti i Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) della città di Milano, che sono diventati cosi partner effettivi del progetto sia nella condivisione di intenti, sia nella equa fruizione di risorse e strumenti.
Si è così intrapresa una strada non facile, ma unica, per un Programma Innovativo autenticamente sostenibile, che mettesse mano alla fruibilità ed alla accessibilità delle rete dei servizi di Milano.
I prodotti concreti realizzati all’interno del Programma si dividono in piattaforme di rete e procedure operative. Le piattaforme di rete sono dispositivi che coinvolgono differenti enti e servizi intorno ad un ambito specifico, tra queste: i Gruppi di Formazione al lavoro e Integralavoro.
È quindi nel 2011 che si concretizza una risposta al bisogno di condivisione di strumenti e risorse, voluto e ideato da alcuni operatori afferenti ai diversi Dipartimenti di Salute Mentale.
Integr@lavoro diventa il cuore del Programma, nel tempo ha assunto le funzioni di raccordo, monitoraggio e valutazione del funzionamento elle prassi operative concordate con gli attori della rete. Tale governance, al contempo centrale e partecipata, permette infatti di raccogliere e diffondere informazioni sull’andamento delle opportunità in rete e di costruire strategie innovative, è un tavolo dove scambiare idee, costruire alleanze, pianificare azioni rivolte in modo particolare alle aziende, interlocutori centrali di tutti i processi di integrazione al lavoro.
Integr@lavoro si interfaccia operativamente col mondo della formazione e della produzione, intende promuovere una cultura condivisa rispetto agli inserimenti lavorativi di persone con disagio psichico, anche attraverso la divulgazione di materiale informativo ad hoc (L68 per il collocamento mirato, Articolo 14, agevolazioni fiscali per le aziende, ecc.). Al contempo, contribuisce alla mappatura delle postazioni già avviate e di quelle disponibili in futuro.
Integr@lavoro si propone come interlocutore per tutte le Aziende sensibili ai temi dell’integrazione lavorativa di persone con disagio psichico, disabili e non, e alla promozione della Salute Mentale sui luoghi di lavoro, nell’ ottica di implementare la funzione di formazione sociale che l’esperienza del lavoro promuove.
I luoghi di lavoro rappresentano, infatti, spazi elettivi di formazione sociale, di sostegno all’educazione e tutela della salute mentale (OSHA)
La relazione fra mondo dell’impresa e mondo della psichiatria di comunità può trovare autentica e reciproca integrazione valorizzando il governo e la garanzia dei servizi sanitari pubblici e promuovendo un costante dialogo tra politiche sanitarie, sociali e del lavoro. Il sistema rete, come é stato pensato, può essere duttilmente applicato per affrontare stati di malessere diffusi nel mondo del lavoro ed essere così di supporto alle aziende e ai lavoratori, anche in connessione con i sistemi di ammortizzatori sociali.
“Dove c’é traccia di comunità c’é anche capitale sociale”, capitale sociale come risorsa utilmente intercettabile in azioni di network finalizzate al ben-essere collettivo.